Messa meditata - momento 3

3° momento: Le parole che accompagnano la Consacrazione

“trasmetto quello che ho ricevuto”

Perché al momento della Consacrazione il celebrante pronuncia quelle specifiche parole? e in particolare quel “ fate questo in memoria di me?” Cosa c’è dietro queste parole teologicamente lo sappiamo, ma perché ha questo posto privilegiato nella ritualità cristiana? Ci sono tante altre perle del cristianesimo dalle beatitudini, le parabole della misericordia, i miracoli del pane ecc., che non entrano a far parte del rito. Oltre al fatto citato in premessa che la “gestualità“ di Gesù è diventata per noi un’icona c’è un altro motivo per il quale queste parole non possono mancare in un rito cristiano. Leggiamo un passo da 1° Corinzi 11,23-26

 1° Corinzi 11,23-26

23 Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane24e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me".25Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me".26Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. 

Qui Paolo richiama alla memoria dei Corinzi quello che ha trasmesso al tempo della sua prima venuta a Corinto. Questo passo è storicamente importante perché ci riporta all’anno 50. Dalle parole di Paolo (v.23) capiamo che esisteva già in quegli anni un racconto ufficiale che aveva l’autenticazione apostolica. Ci troviamo di fronte alla prima e più antica attestazione letteraria dell’Eucarestia di molto anteriore ai Vangeli. San Paolo in concreto dice: Ho ricevuto a viva voce un racconto che risale al Signore e ve lo trasmetto negli stessi termini.

In concreto noi ci sentiamo ripetere nel momento della Consacrazione lo stesso racconto trasmesso a viva voce dagli Apostoli poi proclamato, attraverso le Chiese, in tutti i tempi della cristianità.  

Sono le stesse parole, pronunciate di rito in rito, perpetuate senza contaminazioni nel corso della storia.

 “Fate questo in memoria di me “, è il precetto di rinnovare continuamente l’Ultima Cena .Per questo l’Eucarestia ricevette fra i tanti, anche l’appellativo di “Memoriale della Morte del Signore” con tutta la gamma di significati che vi è connessa.

Finché Egli venga: esprime la coscienza della Chiesa orientata verso la venuta gloriosa del Signore 

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